QUESTO BLOG CONTIENE ALCUNI RACCONTI A SFONDO EROTICO PERTANTO NE' E' CONSIGLIATA LA LETTURA SOLTANTO AD UN PUBBLICO ADULTO, L'AUTRICE DELLO STESSO DECLINA OGNI RESPONSABILITA' QUALORA SI DECIDA DI CONTINUARNE LA LETTURA.

giovedì 17 luglio 2014

Ti amo ( seconda parte )

Patty guardò l'orologio, le lancette segnavano le 8:45.
Nervosamente scese giù, nel cortile di quella clinica privata, l'unica speranza che aveva per continuare la sua favola..la sua stupenda storia d'amore con l'uomo che le aveva rubato il cuore.
Si sedette su una panchina, sotto un profumatissimo albero di pesco; la primavera decantava la vita, così tanto lontana da ciò che lei aveva dentro, quella morte interiore che ti consuma, ti umilia, ti devasta fino ad annullarti, sino a rosicare l'ultimo pezzo di te. Fino a renderti un manichino senza volontà.
Accese nervosamente una sigaretta e si lasciò andare ai ricordi.
Il loro primo incontro...
Era una caldissima giornata d'estate, lei poco più di una ragazzina, appena maggiorenne, avvolta dal suo pareo rosso era sdraiata sul suo lettino, a mare con le due amiche, godendosi la tintarella che giorno dopo giorno le rendevano la pelle più scura.
Era alle prese con una lettura, quei romanzetti Harmony dove decantano il principe azzurro e l'amore eterno, stufa di leggere si sedette sul lettino, aprì la sua borsa da mare ed estrasse il suo smalto corallo iniziando a laccarsi le dita dei piedi mentre chiacchierava con Dalila, la sua migliore amica, intenta a sorseggiare un drink ghiacciato.
Tra una stesura e l'altra dello smalto, commentavano i ragazzi che passavano, tanti di loro pieni di una boria che non potevano permettersi.
“ Ma lo vedi quello?? “ disse Dalila “ sembra che si creda Richard Gere” ed iniziarono a ridere all'unisono; “ Ma perchè quello col costume verde? Mamma mia in tutta la spiaggia non ce ne è uno decente !!” disse Patty per controbbatere “ Guarda quello, su sbrigati, quello col costume a slip bianco! Madonna santissima, ma come si fa ad essere così indecente, si vede tutto !!!” Patty iniziò a sorridere facendo uno sguardo malizioso alla sua amica “ Beh dai, non è mica messo male, però “ E scambiarono entrambe a ridere come pazze.
Posò lo smalto, e poggiando di piatto i piedi sul lettino, cominciò ad attendere che lo smalto asciugasse; Mentre continuava a chiacchierare con l'amica passò un gruppetto di ragazzi che Dalila le segnalò; alzò lo sguardo e lo notò subito nel suo costume blu, con quel fisico da surfista scolpito e perfetto ed un'abbronzatura pazzesca, i capelli biondi che incorniciavano quegli occhi verdi da togliere il fiato.
Anche lui la notò subito, per la sua quinta abbondante!
I loro sguardi si incrociarono e restarono l'uno negli occhi dell'altro fino a che fu possibile.
I ragazzi si accamparono poco lontano ed entrambi non fecero altro che tenersi gli occhi addosso; Lei lo guardava e lui abbassava lo sguardo e viceversa...
“We Tony, ma ti sei innamoratoo “ disse in tono di sfottò un suo amico dandogli un colpo sulla spalla, lui prese a ridere e difendersi come poteva, poi cominciarono a confabulare in un tono basso tanto che lei non riusciva più a sentire nulla, lei non lo sapeva ma il gruppetto stava parlando di lei e delle sue amiche; “ We Patty, ma mi ascolti o no ?!” Patty ritornò in sé e rispose all'amica “ Lo vedi quello lì, quello col costume blu a pantaloncino?” chiese all'amica indicandole con lo sguardo l'uomo misterioso “ Che ne pensi?” Dalila guardò e poi esclamò “ Dai, na botta ce la darei !” e scoppiarono nuovamente in una grassa risata.
“Andiamo a fare il bagno?” propose Patty “ormai lo smalto è ben che asciugato. Le due amiche, per non scottarsi i piedi, cominciarono la corsa verso il bagnoasciuga mentre Giusy, l'altra amica, continuava beatamente a dormire sul suo telo verde mare.
Arrivarono in acqua ed entrambe fecero un tuffo, Patty adorava stare sott'acqua, sentire i rumori del mare ed il caos ovattato, le donava un senso di serenità che non sapeva descrivere.
Ritornò su, si portò i capelli dietro la testa e si strofinò gli occhi.
“Ciao” aprì gli occhi e vide il ragazzo dal costume blu “ bella l'acqua oggi, vero?! Pulita e della temperatura giusta!” Patty lo guardò attonita e confusamente rispose “ Si, vero!” mentre cercava la sua amica dietro le spalle di lui.
Dalila era poco lontano che cinguettava con l'amico. “Ehy” riprese lui “ se ti do fastidio vado via eh!” “No, no, scusami! E che non mi aspettavo di trovare te qui “ Lui sorrise e la guardò negli occhi, lei notò subito il suo sorriso, denti bianchissimi da sembrare finti ed una dentatura perfetta da invidiare.
“Ti va di giocare a pallavolo..in acqua ovviamente” le brillarono gli occhi, Patty adorava giocare a pallavolo in acqua. “ Si certo” rispose lei sorridendo; “ Vado a prendere la palla” disse lui, ed allontanandosi aggiunse “ Ah, io mi chiamo Antonio, tu?” “ Patty, ops Patrizia, disse lei aggiustandosi il costume che stava per far trabordare il suo grosso seno.
A loro si unirono anche gli altri amici di lui e Dalila mentre Giusy continuava a stare sdraiata sul suo telo a prendere il sole.
Ogni colpo era buono per avvicinarsi a lei, giocarono al sette si schiacchia divertendosi molto e prendendo confidenza fino a che non si fece ora di pranzo.
Tornarono in spiaggia tutti ed i ragazzi, prese le loro cose, si avvicinarono all'ombrellone delle ragazze continuando a stare con loro. 
I ragazzi estrassero dallo zaino i loro panini e Dalila e Giusy li imitarono, Patty invece, prese dallo zaino solo un sacchetto di cracker. “ Ma che mangi?!” disse Antonio “ Ehhh...tu non la conosciu questa” rispose Dalila prontamente “ è fissata con la dieta, dice che è grassa !” Tony si alzò prendendo Patty per un braccio e disse “ vieni con me !” “ Patty lo seguì in silenzio, dopo che l'amica le fece l'occhiolino.
Arrivarono sul lido, Tony si avvicinòad un motorino e disse “ Salta su” lei salì e lui accese il motorino. La portò in una sorta di paninoteca e disse “ Sei bellissima così, mangiamo un panino insieme, tanto poi giochiamo a pallavolo e smaltiamo ok?!” Lei sorrise ed ordinarono il panino.
Aspettarono fuori che il panino fu pronto chiacchierando del più e del meno. “ Hai una sigaretta?” disse Patty palesemente nervosa. Certo! Andò nel sedile del motorino, preso un pacchetto di sigarette sigillato e lo porse a lei dicendo “ Ecco, te lo regalo, ma voglio un bacio qui però !” Indicandole la guancia. Lei sorrise, ancora nervosa e si avvicinò per dargli il bacio, lui prontamente si girò, l'afferrò il viso tra le mani e le diede un bacio. Il primo bacio della sua vita.

Da quel momento non si divisero più.

mercoledì 16 luglio 2014

Ti amo ( prima parte )

"Shhhh, zitto!"
Gli tappò la bocca con un dito e guardandolo negli occhi gli sussurrò "Baciami!".
Non era un invito ma un dolcissimo ordine a cui lui non sapeva ribellarsi; Il cuore cominciò a battergli velocemente, poteva sentire i suoi battiti pulsargli in gola, mentre le sue labbra toccavano quelle di lei.
Non riusciva ad abituarsi, ogni volta che le loro labbra si incontravano sentiva il cuore salirgli in gola, il battito di esso si accelerava e sapeva che il sapore di quei baci aveva il magico potere di tirargli su il morale in qualsiasi situazione.
Le lacrime che avevano invaso i suoi occhi sino a quel momento, piano piano si asciugarono e la speranza tornò a pervadergli il cuore, uno strano senso di sicurezza lo invadeva, anche se la paura non lo aveva abbandonato del tutto. Essa, come un mostro che aveva ben impiantato le sue radici, era ancora lì pronto ad uscire fuori alla prima occasione.
Il calore di quella donna, il suo amore tuttavia riuscivano a fargli credere a tutto, anche che l'impossibile potesse realizzarsi.
All'improvviso quelle dolci labbra si staccaraono dalle sue.
"Non devi piangere, amore mio, io sono qui, sempre vicino a te, supereremo tutto insieme, non ti lascerò andare via!"
Lui gettò gli occhi a terra per un secondo, ingoiò la saliva e rialzò il capo, sorrise col cuore colmo di gioia e speranza, ma anche tanta paura, però non si sentiva solo e tutto questo grazie a lei, soltanto grazie a lei.
Lei, come una dolce mamma con il suo bambino, gli poggiò la testa sul proprio seno ed accarezzandogli il capo mentre gli baciava la fronte lo fece addormentare tranquillo cullato dal suo canto e dal suo amore.


Lui si sveglio che il sole era alto nel cielo, aveva fatto un lungo sonno ristoratore colmo di ogni tipo di dolcezza; Sembravano secoli che non dormiva così!!
Aprì gli occhi e stiracchiandosi vide lei lì, vicino alla finestra come quando aveva la sua sigaretta in mano, era facile capire il suo stato d'animo, ormai lui la conosceva da troppo tempo....o forse troppo poco....
Faceva così quando era nervosa, fumava la sigaretta quasi non staccandola mai dalle labbra mentre il tallone batteva nervosamente e ripetutamente a terra. Adesso era lì, con le mani quasi alle labbra, il tallone che ticchettava sul pavimento e quell'aria assorta e pensierosa con lo sguardo teso fuori la finestra.
Al contrario di ciò che c'era dentro lei, il sole brillava ed entrando dalla finestra dava luce a quei suoi occhi castani, donandole quella sfumatura dorata che li rendeva due pepite d'oro ed i riflessi dorati dei suoi capelli la avvolgevano in un'aurea celestiale, sembrava che l'angelo più bello del paradiso fosse venuto lì in suo soccorso per aiutalo, confortalo; Ma in fondo lei era un angelo!
"Buongiorno amore mio", lei si girò tentando di nascondere le lacrime e sfoggiando il più radioso sorriso di cui era capace disse : " Ben svegliato dormiglione...ma ti rendi conto che sono le otto e mezza???" poi avvicinandosi a lui si sedette sul letto, gli prese il capo tra le mani e guardandolo negli occhi disse : " Ti amo!" poi lo abbracciò forte, senza aggiungere altro.
Tirò su il naso per non scoppiare in un pianto disperato, lui si senti un nodo in gola ma la abbracciò forte mentre lei schiarendosi la voce diceva : " Devi farcela, devi farcela per me, per noi!! Dimmi che non mi lascerai sola . Promettimelo, promettimelooo!!!" Mentre queste parole le si strozzarono in gola cominciò a piangere singhiozzando come la più tenera delle bambine.
Lui ingoiò la saliva che aveva in gola, aveva tanta, troppa paura, paura di lasciare tutto lì, proprio adesso che tutto stava cominciando, proprio adesso che la sua vita con lei era diventata una bellissima realtà, con un filo di voce stringendola forte lo promise e poi scoppiò a piangere anche lui!
Piansero insieme, stretti l'uno contro l'altro, con le teste poggiate l'una sulla spalla dell'altro e le lacrime che inumidivano le guance terminando la loro corsa sul corpo dell'altro.
Quel momento, devastante e tenero al tempo stesso, fu interrotto da una voce ferma, decisa che disse : " Buongiorno Signor Leone, è arrivato il momento, la sala operatoria è pronta!"
Lei si staccò da lui, gli afferrò nuovamente il viso tra le mani e baciandogli gli occhi bagnati disse : "Vai Tony, io sono con te!" mentre lui diceva " Ti amo Patty".
Si avvicinò un infermiere aiutandolo ad indossare il camice operatorio, guardò entrambi con gli occhi inteneriti dalla situazione, poi aiutandolo ad alzarsi lo fecero stendere su una barella e lo portarono via.


Quell'operazione sarebbe durata 10 ore...

lunedì 14 luglio 2014

L'incontro ( sesta ed ultima parte )

Sono seduta davanti allo specchio a guardare la mia immagine riflessa mentre la mente vaga , una lacrima riga il mio volto, ma no, non è una lacrima di tristezza, bensì di gioia.
Volto il viso alla mia destra, Diego è lì sul letto, vicino al suo papà e dormono insieme proprio nella stessa posizione, con una gamba piegata ed il viso poggiato sull'avambraccio; inizio a sorridere....non sono mai stata felice come adesso !
Sono passati tre anni dal giorno dello stupro, ho convinto Christian a lasciar perdere tutto e ci siamo buttati tutto alle spalle; quando sono uscita dall'ospedale mi ha portata a casa sua ed ora viviamo insieme da allora.
La gravidanza è stata un po' a rischio, tant'è che dovetti restare a letto per 3 mesi senza fare sforzi perchè rischiavo di perderlo, sino a che, mentre ero a casa da mia suocera mi si ruppero le acque.
Eravamo sole in casa e lei non ha la patente, quindi ad accompagnarmi in ospedale fu la vicina che si mise subito a disposizione e con mia suocera venne in ospedale.
Arrivai in ospedale ma non avevo ancora dolori il che mi fece spaventare parecchio, mi fecero sedere su una sedia a rotelle e mi portarono in reparto.
Il dottore venne subito, mi controllò dicendo che non erano ancora arrivate le contrazioni ma che potevo stare tranquilla .
Chiamai subito Christian, che era a lavoro e dopo meno di 15 minuti me lo ritrovai di fianco al letto tutto sudato e bianco come un lenzuolo.
Passarono circa tre ore e le contrazioni non arrivavano, iniziò a salire l'ansia, nei film in tv non appena si rompono le acque sembra abbiano dolori pazzeschi !! All'improvviso però cominciai a sentire qualcosa che da minimo diventò un dolore insopportabile; cominciai a sudare e l'infermiera che accorse mi disse che mi stavo dilatando, accorse anche l'anestesista per l'epidurale ma la rifiutai, volevo sentire tutto, godermi nel bene e nel male questo momento che avevo sognato da tutta la vita.
Christian era sempre lì, balbettava e quasi piangeva, infatti lo portarono fuori perchè più che sostenermi mi regalava solo altra ansia e paura.
Ero rimasta da sola, con un mucchio di estranei che impartivano ordini e mi guardavano tra le gambe “ Respira, Rilassati, Spingi”. Quanto avrei voluto avere accanto mia madre, credo sia il desiderio naturale di ogni neo partoriente !
Il dolore divenne lancinante, iniziai a piangere, ma bastò una solo spinta decisa ed il bambino fu fuorì. Poggiai esausta la schiena sul letto, avevo i capelli zuppi di sudore ed il corpo mi doleva dai capelli ai piedi ma bastò il primo vagito del mio bambino e tutti i dolori passarono in un attimo.
“E' un maschietto!” disse l'infermiera, “un bellissimo e sanissimo maschietto !” Quasi non ci credevo, dopo pochi istanti misero questo fagotto sul mio ventre e lo guardai insistentemente....era perfetto !!! Guardai le manine, contando le dita e lo stesso feci coi piedini, aveva tutto ! Il naso, la bocca, gli occhietti.
Christian rientrò piangendo, si avvicinò al letto e cominciò ad accarezzarmi i capelli mentre guardava suo figlio, nostro figlio !
“Ma ci pensi, lo abbiamo fatto noi !” gli dissi sorridendo, fu un 'emozione che non so descrivere a fondo, stanchezza, emozione e incredulità mi avvolsero tutte nello stesso istante, mi sentivo onnipotente !!!
Arrivò l'infermiera dicendomi che me lo avrebbe riportato tra un po', si prese il mio bambino e quasi mi suscitò un istinto omicida ma razionalmente capi la cosa e la lasciai fare.
Christian era sempre lì, al mio fianco, tremava dall'emozione e quando l'infermiera mi riportò il bambino disse : “ Ecco il nostro Diego ! E' bellissimo proprio come te !” io sorrisi pensando alle lotte che abbiamo fatto per il nome, lui impostò che si sarebbe chiamato Diego dal primo momento in cui abbiamo saputo il sesso, lui ed il suo fanatismo per il Napoli e Maradona !!!
L'infermiera mi disse di allattarlo, io la guardai , avevo tanto timore; tirai fuori il seno e subito il mio cucciolo afferrò il capezzolo e cominciò a succhiarlo, io avevo paura di soffocarlo e mi tiravo indietro, l'infermiera mi rassicurò dicendomi di rilassarmi, Dieghino succhiava facendomi male mentre Christian lo guardava fisso, senza dire nulla, con gli occhi gonfi di gioia .
Sono passati due anni e mezzo da quel momento eppure sembra soltanto ieri che lo avevo ancora in grembo, che gli parlavo e gli facevo ascoltare musica classica. Non mi sentivo all'altezza di un amore tanto grande, non mi sentivo in grado di essere madre, avevo paura di ogni cosa, fortunatamente mia suocera mi è sempre stata vicino mentre mia madre lo ha visto 20 giorni dopo la sua nascita, venne a casa col suo nuovo compagno, di qualche anno più di me, fredda e cinica come sempre; mi fece visita come fossi un'estranea, portò il suo presente, un lenzuolino di cotone verde ed una tutina gialla e senza nemmeno prenderlo in braccia una volta se ne andò dicendo che aveva da fare. Da quel momento non l'ho più rivista !
Guardo l'orologio, sono quasi le 3:00 di notte, gli uomini della mia vita dormono e mancano meno di 48 ore al mio matrimonio, si Christian mi ha chiesto di sposarlo, in un modo insolito ma comunque emozionante.
Eravamo stati a cena dalla madre, insieme a tutta la sua famiglia, circa 9 mesi fa, tornammo a casa, Diego dormiva e mentre lo poggiavo nella culla, Christian mi venne dietro iniziando a baciarmi il collo, tra risate e baci ci trovammo a letto a fare l'amore, lui era sopra di me, dentro di me, mi abbracciava, mi baciava e mi penetrava forte, suscettibile ai miei gemiti ed ai miei ansimi. Perso come sempre nel mio profumo e nei miei umori, sapevo che questo era il modo supremo in cui lui sapeva dimostrare il suo amore, in quegli attimi, spogliato di ogni inibizione, riusciva ad essere se stesso, dolcissimo, passionale e maschio proprio come lo avevo conosciuto. Inizio a prendere i miei capelli tra le mani e spingendomi verso il basso cominciò a penetrarmi profondamente mentre mi invadeva la bocca con la sua lingua. Si inginocchio sul letto facendomi intendere di girarmi, mi girai offrendomi a lui che entrò nuovamente dentro di me, da dietro, cingendomi forte i fianchi iniziò a penetrarmi con grande forza, facendomi quasi male, io ansimavo e mi bagnavo come non mai, ed i suoi gemiti rendevano ancora più piacevole ed eccitante il momento.
Si sdraiò su di me, da dietro, iniziandomi a baciare il collo, mentre prese ad abbassare l'intensità dei colpi; arrivò all'orecchio iniziando a leccarlo poi improvvisamente disse :” Mi vuoi sposare?” .
Quella proposta mi lasciò interdetta, non riuscii a proferire parola, ma il mio corpo fu più che eloquente, arrivai all'orgasmo, qualche istante prima di lui, il più intenso della mia vita, ne ebbi altri, uno dietro l'altro fino a quando il ventre mi dolse forte.
Mi sdraiai accanto a lui ed un brivido di freddo mi assalì la pelle, lui mi abbracciò e mi bacio nuovamente dicendo :” Aspetto una risposta!” io risposi “ Non ti è bastata quella che ti ha dato il mio corpo?!” Lui sorrise, allungò il braccio sul comodino e mi offrì una scatolina; dentro c'era un anello, proprio come piaceva a me, discreto, con un piccolo punto luce e di oro bianco, mi mise l'anello e rifacemmo l'amore per tutta la notte.
e' giorno ormai, sono le 8:30 quini mi reco in cucina a preparare il caffè per Christian ed il biberon per Diego.


Quelle ore erano volate, adesso mi ritrovavo davanti alla chiesa, Christian mi aspettava al suo interno, ero emozionatissima !!
Entro, con gli occhi madidi di lacrime, il vestito era semplice, un corpetto stretto in vita che terminava con una semplice gonna in raso.
Mi incammino per la navata e guardo da lontano il mio principino vestito da paggetto, mi assale un sorriso in volto poi guardo Christian, si muove sui talloni, faceva così quando era nervoso; ad accompagnarmi all'altare è Nicola, che con la sua famiglia sono venuti da Bari per celebrare il mio matrimonio, e mi consegna a Christian dicendo :” trattamela bene”, Chri mi bacia la guancia e fa un occhiolino a Nicola, poi prendendomi sotto braccio mi accompagna all'altare.
Io non sono religiosa, ma devo ammettere che il parroco fa una predica bellissima. All'invito “puoi baciare la sposa” Christian mi bacia intensamente e parte un forte applauso.
Usciamo dalla chiesa entrambi emozionatissimi, Diego inizia a piangere, quindi mia suocera me lo dà e subito tra le mie braccia si tranquillizza. All'uscita tutti gettarono il riso , io e , finalmente, mio marito cerchiamo di proteggere Diego per non farlo far male, Christian mi ribacia e dice : “ Tu sei la mia principessa e ti regalerò la favola più bella che sia mai stata scritta” io lo guardo , sorrido, lo bacio e gli dico : “ Lo hai già fatto regalandomi due figli” gli sorrido e gli feccio l'occhiolino.

Lui mi fissa saldamente negli occhi, incredulo. Poi mi cattura il volto tra le mani e mi dà un bacio lungo e coinvolgente . Poi bacia anche  Diego e poggiando una mano sulla mia pancia dice :” VI AMO!”

lunedì 30 giugno 2014

L'incontro ( quinta parte )

Era tutto buio, non sentivo nulla, se non pochi lievi rumori ovattati, come dei singhiozzi... Mi sentivo in ambiente etereo, buio pesto, tutto nero, ma confortante, quasi fosse una sacca embrionale; vedevo una fioca luce lontana che tentavo di raggiungere ma non riuscivo.
Ad un tratto ricordo tutto, i due ragazzi, lo stupro...il bambino. Guardo verso il basso, fissandomi la pancia e una lacrima mi scende dagli occhi, inizio a parlare, ma non con la mia voce, quasi telepaticamente, senza emettere alcun suono e mi rivolgo a lui, a questo bambino che ho desiderato per tutta la vita e che adesso non c'era più, non potevo averlo “ Non sei nato, a mamma, ma ti desideravo da sempre, non ho fatto nemmeno in tempo a capire che c'eri, che eri dentro di me, che adesso qualcuno ti ha portato via, ci ha portati via, insieme, non potrò vedere i tuoi occhi, ma dimmi, amore mio, dove siamo adesso? Cos'è questo posto ? Perdonami se non ti ho saputo difendere, se ho permesso a degli uomini, a delle bestie, di strapparti alla vita che avevi conquistato, di strapparti al mio amore....”. Mentre sto parlando al mio bimbo, mai nato, mai formato, sento un tocco caldo e piacevole sulla spalla, alzo la testa e vedo mio padre, lì che mi sorride, mi guarda con i suoi occhi, dalle lunghissime ciglia, col suo sguardo confortante mentre mi accarezza il viso dicendomi, sempre telepaticamente “ Adry, figlia mia, non crucciarti, non piangere “ Continuo a farlo, invece, ma allo stesso tempo sono felice e rido come una stupida “ Vieni qui, abbracciami” ; mi abbraccia forte, con quella sua stretta poderosa , io poggio la mia testa sulla sua spalla, come facevo da piccola, quando volevo tranquillizzarmi, quando avevo bisogno di amore sincero, di calore umano. Ero felice, ero tranquilla, anche se mi sentivo in colpa per quella felicità, quasi facessi un torto al mio piccolo amore mai nato. “ Non aver paura principessa “ mi dice abbracciandomi più forte.
Mentre sto godendo di quell'abbraccio, all'improvviso, sento un gelo immenso ed una fioca voce che dice qualcosa che non riesco a capire, la luce diventa fortissima, quasi ad abbagliarmi la vista.
“ Si è mossa!” Una voce maschile pronuncia queste parole, apro gli occhi lentamente e quasi mi fanno male. Sento stringermi forte la mano e riesco a intravedere un'ombra su di me che piange contenta. Quando apro gli occhi vedo Christian, con gli occhi rossi e gonfi di lacrime .
“ Finalmente amore mio, mi hai fatto prendere un grosso spavento “.
Sono ancora stordita da tutto ciò, mio padre, il bimbo, il sogno quando iniziano ad entrare altre persone, in camice bianco... i medici e gli infermieri !!
Il dottore si avvicina, mi controlla il polso, da uno sguardo alle pupille e poi esclama “ Sembra andare tutto bene ma devi stare a riposo, cerca di non strapazzarti troppo”; Mentre il dottore sta allontanadosi lo prendo per un mano e gli chiedo del bambino “ Tranquilla, il tuo bambino sta bene, ma devi riguardarti e stare a riposo, ci siamo capiti??? “
Non riesco a non sfoggiare il mio sorriso più grande, il mio bimbo era lì, cresceva, era salvo e Christian era accanto a me, a sostenermi !! “
Escono tutti mentre Christian resta accanto a me e chiede : “ Da quanto sai del bambino?? Perchè non me lo hai detto ? “ io lo guardo negli occhi e gli dico : “ Del bimbo so da oggi, ho fatto il test di gravidanza stamattina, giusto per conferma, sono due mesi e mezzo che non ho il ciclo, riguardo al fatto del dirtelo, sei stato così sfuggente, ti sei inventato la scusa di tua madre in ospedale per sentirmi poco e niente, eri distante, poi te lo stavo per dire, quando è successo quel che è successo !”
Lui mi guarda con aria da professorino , e prende il telefonino dalla tasca, non so chi sta chiamando quindi gli chiedo “ Chiami Grazia ? “ ; Lui appoggia il suo indice sulle labbra, facendo il gesto di stare zitta e dice : “ We Ivan, mamma come sta? “ mette il vivavoce ed io riesco a sentire la voce di suo fratello dire “ Sempre uguale Cri, stanno facendo i controlli, ma ha sempre sti globuli bianchi alti e perde sempre sangue dalle feci, il diabete non l'aiuta, la sai la situazione . E Adry, si è svegliata ?“. Mi guarda con tono inquisitorio mentre dice al fratello “ Si si è appena svegliata, ci ha fatti spaventare tutti, appena sta scema esce dall'ospedale me la porto su, dai un bacio a mamma da parte mia, domani mattina la chiamo!” e stacca.
In quel momento mi sento un verme, non riesco a guardarlo in faccia e calo lo sguardo. Lui si siede sul letto, prende il mio viso tra le mani e mi dice “ Ma o vuò capì ca si a vita mi, scema !” e mi allunga un bacio sulle labbra;
Poi alzandosi dice “Aspetta un attimo scemina, vado a chiamare Grazia che sta preoccupatissima, sono 5 giorni che stai qui e non ti svegliavi !” ed esce fuori dalla stanza .
Io resto sola, per un attimo, guardo il soffitto e non riesco a non sorridere, cosa può mancarmi?? Ho un uomo meraviglioso, che è corso da Napoli a Bari per starmi vicino, ed aspetto suo figlio. Certo ho appena vissuto un'esperienza orrenda, ma al momento non mi fa male, non mi lacera l'anima, mi conforta sapere che il mio bimbo è salvo, che io sono viva e posso godermi l'uomo migliore del mondo .
Lui rientra e dice : “ Tra un po' arriva Grazia! “, si siede sulla sedia accanto al letto, poggia la sua testa sulla mia pancia, mi prende una mano nella sua stringendola forte e mi dice : “ Ho avuto paura di perderti, questi giorni non sono riuscito a pensare a nulla, pregavo Dio di non portarti via...” e mentre una lacrima gli bagnava il viso mi ha detto “ Sei la cosa più bella che mi sia capitata Adrià e ti giuro che quei bastardi me la pagheranno, fosse l'ultima cosa che faccio”. Copre il viso sul mio ventre ed inizia a piangere.
Dopo circa dieci minuti arriva grazia, affannando, si avvicina senza dire niente e scoppiando in lacrime mi abbraccia... dopo qualche istante entrano anche Nicola e la piccola Giada. “Ci hai fatti prendere un grosso spavento, non devi farlo più cogliona che non sei altro “ e torna ad abbracciarmi.
Iniziamo a parlottare fino a che non arriva il dottore che ammonisce tutti dicendo che devo riposare e li fa andare via, solo Christian resta con me, sempre seduto su quella sedia accanto al letto fino a che non mi addormento.
Mi sveglio in piena notte a causa di un incubo, non credevo che inconsciamente quell'episodio mi avesse così segnata. Rivivo i momenti di quella violenza, quelle voci, quei visi , quelle parole....
Guardo alla mia sinistra, Chri è là, col gomito poggiato su quella specie di comodino che hanno negli ospedali, dormiva...povero cucciolo, non si allontana un attimo da me.

Poggio la testa sul cuscino, guardo il soffitto ed inizio a pensare, mi tocco la pancia, ancora angosciata dall'incubo che mi ha svegliata ma nonostante tutto felice di avere una famiglia tutta mia .

venerdì 24 maggio 2013

L'incontro ( quarta parte )

La serata si concluse, avevo messo a letto la piccola Giada, come facevo sempre quando cenavo da Grazia e quando la piccola si addormentava si passava in cucina a bere dell'orzo e continuare a chiacchierare fino a mezzanotte ( almeno ).
" Ti ricordi 3 anni fa!?" mi disse Grazia stringendomi la mano, " hai saputo superare un periodo difficile, ti sei fatta da sola in una città che nemmeno conoscevi, lontana da tutti, dalla tua famiglia, senza un soldo...superarai anche questa, oggi non sei sola e sei una ragazza forte "
" Lo so Grà , è proprio questo il problema, non parlo per me, io me la caverò, come ho sempre fatto, ma mi preoccupo per lui, sò cosa significa crescere senza un padre, desiderando anche le piccole cose, vedendo i tuoi compagni di classe o la strada gremita di padri premurosi...ed il tuo? Dov'è? No, non voglio che il mio bambino cresce senza un padre!!" risposi io con le lacrime agli occhi.
" E che vuoi fare? Sotometterti a sto bastardo che ti tratta una mappina?! O metterti vicino il primo  che capita solo per dare a tuo figlio la figura con i pantaloni ? No tesò, non è questa la strada giusta, ci sono io, c'è Nicola, c'è Giada, una famiglia ce l'ha ! "
"Dai Grazie, non dirmi niente, io vado a casa, stasera gli parlo, metto le cose in chiaro e come va va, non posso farci niente, io lo amo, ed inoltre ci lega questa creatura che porto dentro, spero che tutto vada per il meglio almeno ci avrò provato e non avrò rimpianti."
Dicendo questo, mi alzo e mi dirigo verso la porta
"Vuoi che ti accopagni Nicola, è tardi"
"Tranquilla, lascialo dormire, sono 4 passi e devo parlare con lui"
Ci salutiamo ed appena la porta si chiude prendo il telefono dalla borsa e compongo il suo numero.
"Pronto..."
"We Cri, ti devo parlare"
"Stavo aspettando che mi chiamassi, sapevo che eri con Grazia e non volevo disturbarti...mi sei mancata da morire, sai ho ancora il cuscino che profuma di te...o almeno mi sembra " e sorride...
Apro il cancello ed esco dal palazzo dirigendomi verso casa mia.
"Cri senti, non c'è niente da sorridere, devo parlarti seriamente e di una cosa importante"
" We tesò" mi dice lui con la voce allarmata " ma che è sto tono? Mica mi vuoi lasciare!"
"Questo dipende da te" Gli dico cercando di avere il tono più serio e fermo possibile " io sono stufa di questi tuoi comportamenti evasivi, caccia le palle, non dirmi cazzate, non continuare ad illudermi e farmi male, tu hai un'altra o probabilmente non mi vuoi sentire più, ma non dirmi stupidaggini, no farmi del male, non lo merito"
"We we we cucciolotta, ma che stai stai dicendo?? Io ti amo da morire, lo sai quello che è successo!"
" Ancoraaaaa, ma la finisci di mentire, Cri senti, ti ricordi la prima notte a casa tua? "
"Certo cucciolotta, come potrei dimenticare, è stato il giorno più bello della mia vita !"
"Ecco, ricordi cosa è successo??"
"Si tesò, ho conosciuto cosa significa amare!" Mi disse lui .
" No cri quel giorno io....."
Mentre stavo dicendo cosa era accaduto mi sento strattonare e mi ritorvo davanti agli occhi quei due ragazzi della spiaggia. Il cellulare mi cade dalle mani mentre loro dicono " Eilà Barbie, che ci fai tutta sola in questa strada buia, non lo sai che c'è il mammone"
Ridono e mi sbattono con la schiena contro il muro, la borsa mi cade dalle mani mentre impaurita riesco a dire : " Nella borsa c'è il portafogli, prendete quello che volete ma non fatemi del male."
Non riesco nemmeno a finire questa frase che uno di loro avvicina il suo naso al mio collo dicendo che io era quello che voleva.
Mi mette una mano tra le gambe mentre l'altro inizia a toccarmi il seno.
Si guardano con uno sgaurdo complice ed io inizio a gridare; Uno di loro mi colpisce facendomi cadere a terra e dice " Zitta puttana!!"
Uno di loro mi trattiene le braccia mentre l'altro mi strappa i pantaloni, gridai sempre più forte cercando di divincolarmi sino a che un altro pugno non mi fa perdere i sensi mentre sento da lontanoi Cristhian che, con voce allarmata, mi chiede cosa stesse accadendo...

Mi svegliai, avevo il volto coperto di sangue, sentivo quel sapore acre invadermi la bocca, aprii gli occhi sentendo delle voci, vidi un uomo, subito tentai di divincolarmi gridando, ma una voce femminile mi rassicurò.
"Piccola siamo il 118, ti portiamo in ospedale" quella voce mi rassicurò e prima di perdere i sensi nuovamente uscii dalla mia bocca un solo suono " Il bambi...no".

mercoledì 10 aprile 2013

L'incontro ( terza parte )


Lo avvicinai lentamente a me, poggiai le labbra e sentii subito quel liquido bianco invadermi la bocca, mentre la mia mente pensava...viaggiava...lui era lì, davanti a me, ma non potevo toccarlo, non potevo baciarlo. Quel maledetto weekend era passato troppo in fretta , erano già passati due mesi e mi ritrovavi lì, a casa mia, a Vieste, a fare colazione in compagnia del mio latte e delle mie paure. La mia mente viaggiava, e tornava al ricordo di quando ci eravamo lasciati.
Tutto il weekend lo avevamo passato a casa tra coccole, baci e continui orgasmi; Non mi stancavo mai di fare l'amore con lui e lui era sempre pronto a dimostrami che era davvero innamorato, mi regalò delle rose, dei cioccolatini. Quando mi accompagnò alla stazione pianse, mi abbracciò forte dicendomi che sarebbe venuto presto a trovarmi...ed io come la più stupida delle femmine c'avevo pure creduto !!!!
Ci sentimmo per quasi tutto il tragitto del treno, fino a che non arrivai a casa e ci sentimmo spesso per qualche giorno, poi, all'improvviso qualche chiamata sfuggente, qualche messaggio distaccato e la scusa che la madre era molto grave in ospedale....cavolo due mesi così.
Adesso ero lì col mio test di gravidanza che segnava le due strisce...ero incinta...di suo figlio. E lui?
Lui se ne fregava di me, dato i suoi comportamenti, come potevo dirglielo??
E' inutile, non illudiamoci, gli uomini sono tutti uguali, sarebbero capaci di promettere la luna per collezionare una donna in più ed io avevo creduto a tutte le sue parole, una per una.
Conosceva bene la mia situazione, la mia famiglia egoista, mia madre a cui non importava altro che di se stessa, mio fratello troppo immaturo e con poco carattere e mio padre morto troppo giovane.
Non doveva farmi questo..poteva dirmelo....”Adry, voglio soltanto scopare” l'avrei capito, stava a me concedermi o meno, ma perchè mettermi incinta, perchè trascinarmi in una cosa tanto grande, da sola, adesso che non avevo nemmeno un soldo, come lo avrei cresciuto???
Abortire? Non ci penso nemmeno ! Un figlio è sempre un dono divino ed io non potrei ucciderlo, no...alla fine ero stata io ad essere stupida, ingenua nonostante la mia età ed ora devo prendere il coraggio a due mani e cavarmela da sola.
Mentre viaggiavo su questi pensieri il cellulare squilla....era lui !!!
“Pronto amore mio” mi dice dall'altro capo del telefono “ Sto andando in ospedale da mamma, ho paura sai, non voglio perderla, tu come stai?Ho tanta voglia di vederti”. “Come cazzo devo stare secondo te?? Sono due mesi che mi imbocco le tue cazzate, tua madre in ospedale, tu che non ti fai vedere e mi chiami con queste telefonate patetiche e senza senso, tranquillo come hai goduto tu l'ho fatto pure io, adesso sono incinta ma me la cavo da sola, tu vattene a fanculo “....avrei voluto dirgli questo, ma dalla bocca usci soltanto “ Sto bene amore mio, tranquillo, pensa a tua mamma e portale i miei in bocca al lupo” Lui sorrise e mi mandò un bacio dicendomi che ero la donna più bella del mondo. Poi riattaccò!
Da non crederci, mai avrei pensato di trovarmi in questa situazione, con un bimbo in grembo ed il padre così stronzo, ho sempre giudicato male le persone nella mia stessa situazione, considerandole poco di buono, senza senso di responsabilità ed ora....mi ci trovavo io, immersa, con la merda sino al collo.
Andai in camera, mi vestii svogliatamente e uscii.
Arrivai in riva al mare, era una giornata calda, mi tolsi le scarpe e cominciai a camminare a piedi nudi sulla sabbia. Amavo la sensazione della rena sui piedi, come quasi uno srub che ti accarezzava la pelle, quel profumo di sale e di sole, mi ricordava la mia città, la mia cara Napoli, da cui mi ero allontanata troppo in fretta, per sfuggire alla mia famiglia.
Mi avvicinai al bagnoasciuga, l'acqua cominciava a carezzarmi i piedi, mi sedetti e lasciai cullare i miei pensieri dal suono delle onde.
Quando ero piccola, papà mi prendeva sulle spalle ed iniziava a correre sino ad arrivare in acqua, diceva che io ero una sirena, infatti ho considerato sempre l'acqua come il mio elemento naturale, quando ero in acqua mi sentivo libera da ogni catena, mi sentivo me stessa e soprattutto lontana dal mondo, con le orecchie ovattate al suono della metropoli ed il cuore che poteva battere indisturbato.
Son passati tanti anni, eppure ricordo mio padre nitidamente, l'ho sempre considerato l'unico essere umano che mi ha voluto bene veramente...ero la sua principessa.
Purtroppo è andato via troppo presto, stroncato da un incidente stradale per la sua fottuta passione per le moto.
Spesso quando ero a casa mi specchiavo e vedevo il suo riflesso, quanto gli somiglio, a parte le mie fattezze femminee ed i miei capelli chiari sono praticamente la sua fotocopia.
Pelle ambrata, occhi nocciola, mio padre era altissimo, possente, virile, con i capelli scuri, io invece ero esile e bionda. Ma i lineamenti, il viso era il suo ed è stato grazie a questo che ho sempre pensato che non mi avesse mai abbandonata.
Mentre fantasticavo questi pensieri, sento una mana scrollarmi la spalla. Apro gli occhi e due ragazzi mi chiedono se ho bisogno di aiuto. Rispondo loro di no e vanno via guardandomi e parlottando tra loro.
Resto sul bagnoasciuga ed incrocio le gambe, accendo una sigaretta e prendo il telefono.
“Pronto” risponde la voce all'altro capo del telefono .
“ Pronto Nicola....ciao sono Adry”
“ we, ciao bella, dimmi tutto ...”
“State a casa??? Posso venire a pranzo da voi?”
“Tesò io non ci sono, sono andato a pittare un appartamento, ma a casa c'è Grazia vai, ne sarà contenta”
“ Ho provato a chiamarla, da diversi giorni, ma risponde sempre la segreteria”
“Hai ragione tesò, ha cambiato numero, mo ti mando un messaggio e te lo do, scusami ma devo andare”
Mi saluta e riattacca, pochi attimi dopo il bip del cellulare mi avvisa che è arrivato il messaggio.
Prendo il numero e chiamo.
“ Pronto Grazia, sono Adry...”
Non mi fa nemmeno finire di parlare che dice....
“ Stronza, ma dove cazzo sei...sono sotto casa tua...sbrigati”
Sorrido, mi alzo, mi rimetto le scarpe e corro dalla mia più grande amica.
Arrivo sotto il portone di casa e subito mi correi incontro Giada, sua figlia, mi salta letteralmente addosso e mi abbraccia forte....che sensazione!!! Tra qualche anno, magari, quell'abbraccio lo avrei avuto da mio figlio...da suo figlio.
Scrollo la testa per allontanare i pensieri, guardo Grazia che mi sorride dicendomi “ Dai vieni a casa mia, ho preparato le orecchiette alle cime di rapa, quelle che ti piacciono tanto, ma per pranzo ci arrangiamo, Nicola non c'è, che ne dici, andiamo al MC ??? “
Asserii con gli occhi e presa la bambina per la mano ci incamminammo verso il fast food.
“Grazia, devo parlarti, è una cosa importante e non so con chi sfogarmi”
Lei mi poggia una mano sulla spalla e dice : “ Lo sai che io ci sono sempre, no! Dimmi! “
“Stamattina ho fatto il test...sono incinta!”
Lei mi guarda con l'aria del te lo avevo detto e mi dice con voce pacata e rassicurante “ So che non pensi nemmeno di abortire, è da sempre che desideri questo momento, sappi che ci sarò io per ogni evenienza”.
Arriviamo al MC donald, prendiamo i panini e ci dirigiamo ad un tavolo.
Giada, avvolta nella sua innocenza mi guarda, afferra una patatina e la mangia quasi digrignando i denti. Grazia poggia la sua mano sulla mia e dice :” Non dannarti l'anima, piccola. Capita a tutte di sbagliare, hai solo creduto in una persona ipocrita che ha saputo far bene il suo gioco. Ora devi soltanto fare una cosa, allontanarti da lui anche con i pensieri e concentrarti sul bambino!”
Mentre ascoltavo le parole di Grazia e riflettevo sul da farsi vedo alla cassa i ragazzi della spiaggia, ma senza nemmeno rifletterci torno a parlare con Grazia.
“Hai ragione, d'altronde non ha chiesto lui di venire al mondo, stasera ci parlo appena torno a casa e se è il caso cambio numero, basta, basta con le sue parole, le sue bugie, devo voltare pagina.
Senza che nemmeno me ne accorgessi, quei ragazzi mi stavano fissando ed ascoltavano attenti la nostra conversazione...

venerdì 5 aprile 2013

L'incontro ( seconda parte )


Mi svegliai in piena notte al suo fianco, con la testa poggiata sul suo petto e lui che mi avvolgeva in un dolcissimo abbraccio. Non sapevo quando e come ero arrivata lassù ma la cosa non mi dispiaceva.
Mi sentivo sua, mi sentivo completa, mai in vita mia avevo provato quella sensazione di pienezza, di assoluto, mi sentivo invincibile, tra quelle braccia, protetta da quell'uomo ...da quel principe che avevo sempre sognato.
Posai il gomito sul letto e cominciai a guardarlo mentre dormiva; un lenzuolo copriva il suo corpo nudo che qualche ora prima mi era stato donato in tutta la sua potenza.
Era perfetto !
Quei muscoli che tornivano così perfettamente il suo involucro gli donavano un 'aria così virile che era una completa sofferenza trattenersi dal baciarlo, dal collo sino giù, sino ai piedi e risalire, muscolo per muscolo, poro per poro e perdersi in quel suo profumo così inebriante.
Persa in questi pensieri e soggiogata dal suo odore poggiai nuovamente la testa sul suo petto, presi il braccio e stringendogli la mano me lo avvolsi attorno al collo e mi riaddormentai con la dolce musica del suo respiro.

Quando mi svegliai il sole era già alto nel cielo, guardai l'orologio e mi resi conto che erano appena le 9 e 30 , lui non era al mio fianco ma sentivo il suono dell'acqua cadere dalla doccia e dei fischi che intonavano “sei la più bella del mondo”.
Pochi minuti dopo era fuori, con i capelli gocciolanti ed un asciugamano che gli cingeva la vita. Iniziai a fissargli la pancia, scolpita dai suoi addominali, più perfetto di una statua greca, con lo sguardo arrivai alle spalle, così ampie e quei suoi capelli scomposti, un po' inumiditi dal vapore che rendevano il suo viso inevitabilmente sexy.
Mi sedetti sul letto, posto in alto, lui si avvicinò con un'aria tenera e dolce, poggiò le sue mani sui miei fianchi e posò la testa sulle mie cosce.
Rimase così qualche istante mentre io gli accarezzavo i capelli mentre avevo il sorriso stampato nel cuore; lui strinse forte i miei fianchi, come a dire “ Sei vera ! Sei qui ! “ poi sussurrò il mio nome quasi svogliatamente, gli risposi con un dimmi e lui alzando la testa e fissando i suoi occhi nei miei mi disse “ Ti amo ! “
Io non seppi far altro che sorridere e cercai di scivolare dal letto, lui mi prese e dolcemente mi poggiò a terra dandomi un bacio; quando ci staccamo sorridendo gli dissi “ Buongiornooo “ lui mi ripetè il ti amo e mi abbracciò forte.
Com'era strano vivere quella situazione, sognata e sospirata per così tanto tempo.
E poi lui, vederlo con quei comportamenti così dolci, con quell'aria così vulnerabile quando avevo un aspetto così cruento ed un carattere indomabile. Quanto lo amavo !!!
Si staccò da me dicendomi che doveva preparasi per il lavoro, si levò l'asciugamano dalla vita e si mostrò in tutta la sua bellezza.
Io lo guardai e mi assalì una gran voglia di essere nuovamente posseduta da lui, dalle sue mani, volevo sentirlo dentro, nuovamente e sentirmi sua, sentirci un solo corpo, incastrato uno nell'altro come un puzzle che dopo tempo in cui è stato sul tavolo ha trovato il pezzo mancante per completarsi.
Lui si vestì velocemente mentre io andai a preparare il caffè.
Mentre il caffè saliva e la casa si invadeva del suo buon porfumo mi misi sul ciglio della porta, mi coprii con una sua camicia ed iniziai a guardarlo mentre copriva il suo corpo con pezzi di tessuto.
Andò in bagno per acconciarsi i capelli ed io tornai in cucina e versai il caffè nelle tazzine; Lo bevve di corsa e dandomi un bacio si avviò verso la porta e disse : “ Torno per pranzo, mogliettina “.
Prima che si allontanasse lo abbracciai forte e gli diedi un ennesimo bacio così passionale che lui non tentò nemmeno di divincolarsi, lo lasciai e sorridendo gli dissi : “ Prima di tradirmi, pensa a questo bacio !”. Lui sorrise e andò via gettando un bacio nell'aria che io raccolsi con un sorriso.

Mi ritrovai da sola , in quella casa sconosciuta e mi venne in mente che la sera prima non avevo mangiato nulla ed infatti il mio stomaco reclamò cibo.
Aprii il frigo e notai che lui aveva comprato gli yogurt, per me, perchè sapevo che a lui non piacevano.
Ne presi uno e lo mangiai mentre cercavo di sbottonare la sua camicia, finito lo yogurt mi diressi verso il bagno e aprendo l'acqua mi gettai in doccia.
Il calore iniziò ad invadermi, il vapore dell'acqua mi stava ristorando il corpo e la mia mente iniziò a viaggiare su ricordi non tanto lontani.
Sembrava sentirlo ancora dentro, con la sua bocca che si perdeva sul mio seno ed i miei capezzoli duri che si concedevano a lui troppo spudoratamente.
Mi prese per il busto e mi alzò in braccio restando dentro di me. Baciandomi si diresse verso il divano e su di esso mi adagiò delicatamente continuando a baciarmi.
Si sdraiò completamente su di me ed iniziò a darmi colpi forti, decisi mentre all'orecchio mi sussurrava parole d'amore.
Sotto quel punto di vista eravamo perfetti, sembrava che ci conoscessimo da sempre, avevamo una sintonia, un affiatamento che raramente si conquista anche dopo anni di matrimonio.
Mi prendeva, mi girava, lo sentivo sempre più mio mentre l'aria si impregnava sempre di più del suo profumo; Sentivo le gocce del suo sudore cadermi sul ventre e l'accelerare dei suo movimenti mi fece capire che stava arrivando all'apice di quel piacere che io gli stavo donando.
Mentre si muoveva si sdraiò nuovamente su di me ed all'orecchio mi disse : “ Voglio che sia tu!”.
Io non capii e gli chiesi cosa volesse che io fossi.
Lui mi prese la testa tra le mani non diminuendo la frequenza dei suoi movimenti e mi regalò un bacio dolcissimo, si staccò da me e guardandomi negli occhi rispose : “ La madre di mio figlio!”
Appena pronunciò quella frase sentìì il ventre quasi dolermi, ed insieme a lui mentre ci baciavamo, abbracciati e stretti l'uno all'altro arrivammo all'apice del piacere, lui dentro di me.
Il suo respiro raggiunse l'apice dell'affanno, rimase dentro me ancora un po' mentre mi guardava, fisso, intensamente , negli occhi poi, con un dolce gesto poggiò il suo capo sul mio seno e si addormentò sussurrandomi ti amo.