Era tutto buio, non sentivo nulla, se
non pochi lievi rumori ovattati, come dei singhiozzi... Mi sentivo in
ambiente etereo, buio pesto, tutto nero, ma confortante, quasi fosse
una sacca embrionale; vedevo una fioca luce lontana che tentavo di
raggiungere ma non riuscivo.
Ad un tratto ricordo tutto, i due
ragazzi, lo stupro...il bambino. Guardo verso il basso, fissandomi la
pancia e una lacrima mi scende dagli occhi, inizio a parlare, ma non
con la mia voce, quasi telepaticamente, senza emettere alcun suono e
mi rivolgo a lui, a questo bambino che ho desiderato per tutta la
vita e che adesso non c'era più, non potevo averlo “ Non sei nato,
a mamma, ma ti desideravo da sempre, non ho fatto nemmeno in tempo a
capire che c'eri, che eri dentro di me, che adesso qualcuno ti ha
portato via, ci ha portati via, insieme, non potrò vedere i tuoi
occhi, ma dimmi, amore mio, dove siamo adesso? Cos'è questo posto ?
Perdonami se non ti ho saputo difendere, se ho permesso a degli
uomini, a delle bestie, di strapparti alla vita che avevi
conquistato, di strapparti al mio amore....”. Mentre sto parlando
al mio bimbo, mai nato, mai formato, sento un tocco caldo e piacevole
sulla spalla, alzo la testa e vedo mio padre, lì che mi sorride, mi
guarda con i suoi occhi, dalle lunghissime ciglia, col suo sguardo
confortante mentre mi accarezza il viso dicendomi, sempre
telepaticamente “ Adry, figlia mia, non crucciarti, non piangere “
Continuo a farlo, invece, ma allo stesso tempo sono felice e rido
come una stupida “ Vieni qui, abbracciami” ; mi abbraccia forte,
con quella sua stretta poderosa , io poggio la mia testa sulla sua
spalla, come facevo da piccola, quando volevo tranquillizzarmi,
quando avevo bisogno di amore sincero, di calore umano. Ero felice,
ero tranquilla, anche se mi sentivo in colpa per quella felicità,
quasi facessi un torto al mio piccolo amore mai nato. “ Non aver
paura principessa “ mi dice abbracciandomi più forte.
Mentre sto godendo di quell'abbraccio,
all'improvviso, sento un gelo immenso ed una fioca voce che dice
qualcosa che non riesco a capire, la luce diventa fortissima, quasi
ad abbagliarmi la vista.
“ Si è mossa!” Una voce maschile
pronuncia queste parole, apro gli occhi lentamente e quasi mi fanno
male. Sento stringermi forte la mano e riesco a intravedere un'ombra
su di me che piange contenta. Quando apro gli occhi vedo Christian,
con gli occhi rossi e gonfi di lacrime .
“ Finalmente amore mio, mi hai fatto
prendere un grosso spavento “.
Sono ancora stordita da tutto ciò, mio
padre, il bimbo, il sogno quando iniziano ad entrare altre persone,
in camice bianco... i medici e gli infermieri !!
Il dottore si avvicina, mi controlla il
polso, da uno sguardo alle pupille e poi esclama “ Sembra andare
tutto bene ma devi stare a riposo, cerca di non strapazzarti troppo”;
Mentre il dottore sta allontanadosi lo prendo per un mano e gli
chiedo del bambino “ Tranquilla, il tuo bambino sta bene, ma devi
riguardarti e stare a riposo, ci siamo capiti??? “
Non riesco a non sfoggiare il mio
sorriso più grande, il mio bimbo era lì, cresceva, era salvo e
Christian era accanto a me, a sostenermi !! “
Escono tutti mentre Christian resta
accanto a me e chiede : “ Da quanto sai del bambino?? Perchè non
me lo hai detto ? “ io lo guardo negli occhi e gli dico : “ Del
bimbo so da oggi, ho fatto il test di gravidanza stamattina, giusto
per conferma, sono due mesi e mezzo che non ho il ciclo, riguardo al
fatto del dirtelo, sei stato così sfuggente, ti sei inventato la
scusa di tua madre in ospedale per sentirmi poco e niente, eri
distante, poi te lo stavo per dire, quando è successo quel che è
successo !”
Lui mi guarda con aria da professorino
, e prende il telefonino dalla tasca, non so chi sta chiamando quindi
gli chiedo “ Chiami Grazia ? “ ; Lui appoggia il suo indice sulle
labbra, facendo il gesto di stare zitta e dice : “ We Ivan, mamma
come sta? “ mette il vivavoce ed io riesco a sentire la voce di suo
fratello dire “ Sempre uguale Cri, stanno facendo i controlli, ma
ha sempre sti globuli bianchi alti e perde sempre sangue dalle feci,
il diabete non l'aiuta, la sai la situazione . E Adry, si è
svegliata ?“. Mi guarda con tono inquisitorio mentre dice al
fratello “ Si si è appena svegliata, ci ha fatti spaventare tutti,
appena sta scema esce dall'ospedale me la porto su, dai un bacio a
mamma da parte mia, domani mattina la chiamo!” e stacca.
In quel momento mi sento un verme, non
riesco a guardarlo in faccia e calo lo sguardo. Lui si siede sul
letto, prende il mio viso tra le mani e mi dice “ Ma o vuò capì
ca si a vita mi, scema !” e mi allunga un bacio sulle labbra;
Poi alzandosi dice “Aspetta un attimo
scemina, vado a chiamare Grazia che sta preoccupatissima, sono 5
giorni che stai qui e non ti svegliavi !” ed esce fuori dalla
stanza .
Io resto sola, per un attimo, guardo il
soffitto e non riesco a non sorridere, cosa può mancarmi?? Ho un
uomo meraviglioso, che è corso da Napoli a Bari per starmi vicino,
ed aspetto suo figlio. Certo ho appena vissuto un'esperienza orrenda,
ma al momento non mi fa male, non mi lacera l'anima, mi conforta
sapere che il mio bimbo è salvo, che io sono viva e posso godermi
l'uomo migliore del mondo .
Lui rientra e dice : “ Tra un po'
arriva Grazia! “, si siede sulla sedia accanto al letto, poggia la
sua testa sulla mia pancia, mi prende una mano nella sua stringendola
forte e mi dice : “ Ho avuto paura di perderti, questi giorni non
sono riuscito a pensare a nulla, pregavo Dio di non portarti via...”
e mentre una lacrima gli bagnava il viso mi ha detto “ Sei la cosa
più bella che mi sia capitata Adrià e ti giuro che quei bastardi me
la pagheranno, fosse l'ultima cosa che faccio”. Copre il viso sul
mio ventre ed inizia a piangere.
Dopo circa dieci minuti arriva grazia,
affannando, si avvicina senza dire niente e scoppiando in lacrime mi
abbraccia... dopo qualche istante entrano anche Nicola e la piccola
Giada. “Ci hai fatti prendere un grosso spavento, non devi farlo
più cogliona che non sei altro “ e torna ad abbracciarmi.
Iniziamo a parlottare fino a che non
arriva il dottore che ammonisce tutti dicendo che devo riposare e li
fa andare via, solo Christian resta con me, sempre seduto su quella
sedia accanto al letto fino a che non mi addormento.
Mi sveglio in piena notte a causa di un
incubo, non credevo che inconsciamente quell'episodio mi avesse così
segnata. Rivivo i momenti di quella violenza, quelle voci, quei visi
, quelle parole....
Guardo alla mia sinistra, Chri è là,
col gomito poggiato su quella specie di comodino che hanno negli
ospedali, dormiva...povero cucciolo, non si allontana un attimo da
me.
Poggio la testa sul cuscino, guardo il
soffitto ed inizio a pensare, mi tocco la pancia, ancora angosciata
dall'incubo che mi ha svegliata ma nonostante tutto felice di avere
una famiglia tutta mia .