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lunedì 30 giugno 2014

L'incontro ( quinta parte )

Era tutto buio, non sentivo nulla, se non pochi lievi rumori ovattati, come dei singhiozzi... Mi sentivo in ambiente etereo, buio pesto, tutto nero, ma confortante, quasi fosse una sacca embrionale; vedevo una fioca luce lontana che tentavo di raggiungere ma non riuscivo.
Ad un tratto ricordo tutto, i due ragazzi, lo stupro...il bambino. Guardo verso il basso, fissandomi la pancia e una lacrima mi scende dagli occhi, inizio a parlare, ma non con la mia voce, quasi telepaticamente, senza emettere alcun suono e mi rivolgo a lui, a questo bambino che ho desiderato per tutta la vita e che adesso non c'era più, non potevo averlo “ Non sei nato, a mamma, ma ti desideravo da sempre, non ho fatto nemmeno in tempo a capire che c'eri, che eri dentro di me, che adesso qualcuno ti ha portato via, ci ha portati via, insieme, non potrò vedere i tuoi occhi, ma dimmi, amore mio, dove siamo adesso? Cos'è questo posto ? Perdonami se non ti ho saputo difendere, se ho permesso a degli uomini, a delle bestie, di strapparti alla vita che avevi conquistato, di strapparti al mio amore....”. Mentre sto parlando al mio bimbo, mai nato, mai formato, sento un tocco caldo e piacevole sulla spalla, alzo la testa e vedo mio padre, lì che mi sorride, mi guarda con i suoi occhi, dalle lunghissime ciglia, col suo sguardo confortante mentre mi accarezza il viso dicendomi, sempre telepaticamente “ Adry, figlia mia, non crucciarti, non piangere “ Continuo a farlo, invece, ma allo stesso tempo sono felice e rido come una stupida “ Vieni qui, abbracciami” ; mi abbraccia forte, con quella sua stretta poderosa , io poggio la mia testa sulla sua spalla, come facevo da piccola, quando volevo tranquillizzarmi, quando avevo bisogno di amore sincero, di calore umano. Ero felice, ero tranquilla, anche se mi sentivo in colpa per quella felicità, quasi facessi un torto al mio piccolo amore mai nato. “ Non aver paura principessa “ mi dice abbracciandomi più forte.
Mentre sto godendo di quell'abbraccio, all'improvviso, sento un gelo immenso ed una fioca voce che dice qualcosa che non riesco a capire, la luce diventa fortissima, quasi ad abbagliarmi la vista.
“ Si è mossa!” Una voce maschile pronuncia queste parole, apro gli occhi lentamente e quasi mi fanno male. Sento stringermi forte la mano e riesco a intravedere un'ombra su di me che piange contenta. Quando apro gli occhi vedo Christian, con gli occhi rossi e gonfi di lacrime .
“ Finalmente amore mio, mi hai fatto prendere un grosso spavento “.
Sono ancora stordita da tutto ciò, mio padre, il bimbo, il sogno quando iniziano ad entrare altre persone, in camice bianco... i medici e gli infermieri !!
Il dottore si avvicina, mi controlla il polso, da uno sguardo alle pupille e poi esclama “ Sembra andare tutto bene ma devi stare a riposo, cerca di non strapazzarti troppo”; Mentre il dottore sta allontanadosi lo prendo per un mano e gli chiedo del bambino “ Tranquilla, il tuo bambino sta bene, ma devi riguardarti e stare a riposo, ci siamo capiti??? “
Non riesco a non sfoggiare il mio sorriso più grande, il mio bimbo era lì, cresceva, era salvo e Christian era accanto a me, a sostenermi !! “
Escono tutti mentre Christian resta accanto a me e chiede : “ Da quanto sai del bambino?? Perchè non me lo hai detto ? “ io lo guardo negli occhi e gli dico : “ Del bimbo so da oggi, ho fatto il test di gravidanza stamattina, giusto per conferma, sono due mesi e mezzo che non ho il ciclo, riguardo al fatto del dirtelo, sei stato così sfuggente, ti sei inventato la scusa di tua madre in ospedale per sentirmi poco e niente, eri distante, poi te lo stavo per dire, quando è successo quel che è successo !”
Lui mi guarda con aria da professorino , e prende il telefonino dalla tasca, non so chi sta chiamando quindi gli chiedo “ Chiami Grazia ? “ ; Lui appoggia il suo indice sulle labbra, facendo il gesto di stare zitta e dice : “ We Ivan, mamma come sta? “ mette il vivavoce ed io riesco a sentire la voce di suo fratello dire “ Sempre uguale Cri, stanno facendo i controlli, ma ha sempre sti globuli bianchi alti e perde sempre sangue dalle feci, il diabete non l'aiuta, la sai la situazione . E Adry, si è svegliata ?“. Mi guarda con tono inquisitorio mentre dice al fratello “ Si si è appena svegliata, ci ha fatti spaventare tutti, appena sta scema esce dall'ospedale me la porto su, dai un bacio a mamma da parte mia, domani mattina la chiamo!” e stacca.
In quel momento mi sento un verme, non riesco a guardarlo in faccia e calo lo sguardo. Lui si siede sul letto, prende il mio viso tra le mani e mi dice “ Ma o vuò capì ca si a vita mi, scema !” e mi allunga un bacio sulle labbra;
Poi alzandosi dice “Aspetta un attimo scemina, vado a chiamare Grazia che sta preoccupatissima, sono 5 giorni che stai qui e non ti svegliavi !” ed esce fuori dalla stanza .
Io resto sola, per un attimo, guardo il soffitto e non riesco a non sorridere, cosa può mancarmi?? Ho un uomo meraviglioso, che è corso da Napoli a Bari per starmi vicino, ed aspetto suo figlio. Certo ho appena vissuto un'esperienza orrenda, ma al momento non mi fa male, non mi lacera l'anima, mi conforta sapere che il mio bimbo è salvo, che io sono viva e posso godermi l'uomo migliore del mondo .
Lui rientra e dice : “ Tra un po' arriva Grazia! “, si siede sulla sedia accanto al letto, poggia la sua testa sulla mia pancia, mi prende una mano nella sua stringendola forte e mi dice : “ Ho avuto paura di perderti, questi giorni non sono riuscito a pensare a nulla, pregavo Dio di non portarti via...” e mentre una lacrima gli bagnava il viso mi ha detto “ Sei la cosa più bella che mi sia capitata Adrià e ti giuro che quei bastardi me la pagheranno, fosse l'ultima cosa che faccio”. Copre il viso sul mio ventre ed inizia a piangere.
Dopo circa dieci minuti arriva grazia, affannando, si avvicina senza dire niente e scoppiando in lacrime mi abbraccia... dopo qualche istante entrano anche Nicola e la piccola Giada. “Ci hai fatti prendere un grosso spavento, non devi farlo più cogliona che non sei altro “ e torna ad abbracciarmi.
Iniziamo a parlottare fino a che non arriva il dottore che ammonisce tutti dicendo che devo riposare e li fa andare via, solo Christian resta con me, sempre seduto su quella sedia accanto al letto fino a che non mi addormento.
Mi sveglio in piena notte a causa di un incubo, non credevo che inconsciamente quell'episodio mi avesse così segnata. Rivivo i momenti di quella violenza, quelle voci, quei visi , quelle parole....
Guardo alla mia sinistra, Chri è là, col gomito poggiato su quella specie di comodino che hanno negli ospedali, dormiva...povero cucciolo, non si allontana un attimo da me.

Poggio la testa sul cuscino, guardo il soffitto ed inizio a pensare, mi tocco la pancia, ancora angosciata dall'incubo che mi ha svegliata ma nonostante tutto felice di avere una famiglia tutta mia .