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sabato 16 marzo 2013

Un dolce ritorno


“Non tentare di sviare il discorso” disse lei con una certa irritazione “ è inutile che cerchi di convincermi, te l'ho già detto Paolo, le mie quote non le vendo”.
Paolo gli lanciò un sorriso di sfida, mentre leccava il resto della crema sul cucchiaino poi, con un tono a metà tra l'erotico e il sarcastico disse : “Non riesco a capire perché sei sempre così prevenuta nei miei confronti, lo sai come la penso, non hai esperienza per poter gestire l'impero che tuo padre ha costruito, ma non sono qui per questo...Chiara”.
Chiara lo guardò con aria indagatrice, sapeva bene che Paolo, il suo ex marito, esercitava un forte ascendente su di lei, ma non voleva cedere, non voleva vendergli le quote, anche se sapeva che le sue parole erano vere, voleva mettere i bastoni tra le ruote agli affari del suo ex, anche se questo significava mandare all'aria l'azienda che il padre aveva costruito con tanti sacrifici; i tradimenti del marito le facevano ancora male e avrebbe usato tutte le sue armi a disposizione per vendicarsi.
“E allora perché sei qui?” disse con un tono duro ed impassibile.
Lui si avvicinò, sfoderando il suo sguardo mieloso, sapeva che Chiara avrebbe calato le sue difese, in fondo lo amava ancora, doveva solo approfittare di un suo momento di debolezza per poter ottenere quella firma che gli avrebbe cambiato la vita, le poggiò una mano dietro la nuca, Chiara respirava affannosamente, il cuore le iniziò a battere velocemente e, credendo ancora alla sincerità di quell'uomo che più volte aveva tradito la sua fiducia, si lasciò andare in un bacio ardente e colmo di speranza.
Quel bacio le bruciava in gola come fuoco, non riusciva mai a saziarsi delle sue labbra morbide, Paolo era per lei una droga che la portava all'estasi di ogni suo desiderio. Con slancio gli strappò la camicia e piccoli bottoni bianchi iniziarono a rumoreggiare sul pavimento; toccava il suo petto villoso, così perfetto ed invitante, sentiva una scossa elettrica salire la spina dorsale ed arrivargli al cervello facendogli perdere quel poco di razionalità rimasta poi, lanciatasi sul letto sotto il peso del suo corpo, si abbandonò a quell'uomo che era il suo inferno ed il suo paradiso personale.
Si risvegliò con la testa poggiata sulla sua spalla, mentre con il braccio destro gli cingeva il torace, lo guardò dormire, sembrava un angelo venuto dal cielo per soddisfare ogni sua bramosia d'amore, i suoi riccioli perfetti che incorniciavano il suo viso così estremamente virile, le ricordavano le ore del loro primo incontro quando ancora lei credeva pienamente alle sue parole e desiderava ardentemente poter diventare sua moglie e la madre dei suoi figli; Per anni aveva sognato un loro figlio e lo immaginava bellissimo, proprio come il padre; Ma perché quell'uomo, che lei amava oltre ogni cosa, riusciva a farle tanto male?!
Lui aprì gli occhi e guardò Chiara, lei sentì i brividi invadergli il corpo, i suoi occhi color smeraldo, così vivi, avevano su di lei lo stesso effetto che un flauto ha su un serpente.
“E' stato bellissimo” disse lui consapevole delle emozioni che quelle parole potevano far nascere in lei.
Lei lo guardò, persa nelle pietre preziose incastonate in quel viso, quasi non riusciva a respirare mentre si illudeva che tutto, tra loro, sarebbe tornato come prima. All'improvviso la suoneria di un cellulare ruppe il silenzio, lei lo guardò, implorandogli con lo sguardo di non rispondere, ma lui aveva già accettato la chiamata.
“Si, vengo subito” disse, poi riattaccò.
“Devo correre in ufficio” disse a Chiara mentre si rivestiva, “Giorgio mi ha chiamato, ha bisogno della mia presenza”.
Lei si coprì con le lenzuola, nascondendo il broncio che si era impadronito del suo viso.
“Ci vediamo stasera, dormirò con te” disse lui, non volendo perdere il “lavoro” svolto.
Chiara si illuminò e un sorriso comparve sulle sue labbra quando sentì, mentre Paolo varcava la soglia di casa, un forte “ti amo”. Restò per un lunghissimo instante, succube dei suoi castelli in aria, mentre pensava che, finalmente, Paolo aveva capito che senza lei non poteva vivere, nella sua mente, tanto leale e sincera, non poteva capire che il suo era solo un doppiogioco per impadronirsi della sua eredità.
Paolo, arrivò a casa, naturalmente non era Giorgio, il suo dipendente, ad aver chiamato.
Una donna snella come una gazzella e sexy come una pantera, comparve sulla soglia della camera avvolta da un succinto corpetto leopardato. Lui la guardò, mentre il sangue si impadronì dei suoi sensi, ed avvicinandosi a quella donna dal corpo perfetto disse “ Cindy, abbiamo vinto, presto quelle quote saranno mie!”
Lei gli sorrise, sfoderando quei denti perfetti e, mentre lui iniziò a baciarle il collo come aperitivo al loro lungo pasto, lei sorrise pensando quanto fosse stupido a non capire come lei riusciva a manipolarlo.

2 commenti:

  1. Mi piace come scrivi, descrivi bene le situazioni, narri ben, sembra che io stia guardando un film..Chiara si identifica in tante donne che hanno perso i loro soldi "grazie" a uomini che fanno di tutto, anche ferire i sentimenti, per accaparrarsi denaro.

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  2. :) è il piàù bel complimento che mi potevano fare <3

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