Ero completamente assorta nella lettura
quando una voce, meccanica e femminile, uscendo dagli altoparlanti
preannuncia la prossima fermata del treno : CASERTA.
Non mi ero resa per niente conto che
fosse passato tutto quel tempo, quella mattina mi ero svegliata
presto, molto presto, e degli amici mi accompagnarono alla stazione
lasciandomi con i loro “in bocca al lupo”. A farmi compagnia,
nell'attesa del treno, la mia grossa valigia che conteneva,
probabilmente, più del necessario, creme profumate dagli aromi più
dolci, succinti abitini sexy e naturalmente un'incessante proposta di
smalti di ogni colore, volevo essere perfetta per lui!!!
Adesso ero lì ed a sentire
quell'annuncio il mio cuore aveva iniziato a battere velocemente,
finalmente era giunto il momento che tanto avevo
desiderato...vederlo!
Probabilmente se lui avesse saputo a
priori la mia età non mi avrebbe calcolata minimamente, caso volle,
però, che in quel momento stessi chattando con un nome ed un'età
falsa; non potrò mai dimenticare quella notte, il 27 maggio, ad
attirarlo fu quella foto, di una ragazza un' po' dolce, un' po'
aggressiva e l'età maggiorata di 4 anni.
Mi aveva contattata per mettermi in
difficoltà, prendermi in giro ed io, allo stesso modo, ci chattavo
per “lavoro” e quando lui mi chiamò per me non era altro che uno
delle tante persone utili a farmi guadagnare qualche soldo, ma un non
so ché di diverso, in lui, mi ha saputa conquistare in pochi minuti
e diventare per me LUI e non uno dei tanti. Ricordo ancora la sua
sonora risata ed il suo tono di voce dolce e cruento allo stesso
tempo, tutto è vivido dentro di me ed ancora il mio animo gioisce al
ricordo di quei momenti, ma una nota stonata poteva rovinare
tutto...la menzogna!
Ci cominciammo a sentire spesso e lui
diveniva per me sempre più importante, giorno dopo giorno; non avrei
mai immaginato che lui potesse conquistarmi, per me era lavoro e non
avrei dovuto comprometterci i sentimenti, ma ormai gli avevo
raccontato un cumulo di bugie ed avevo paura che dicendogli la verità
avrei potuto perderlo... ogni sera mi tormentavo, ciò che provavo
per lui cresceva quindi una sera gli dissi la verità, si arrabbiò,
quasi litigammo, ma poi mi ha capita, compresa, stata vicina e ,
purtroppo telefonicamente, iniziammo a costruire il castello della
nostra storia; adesso era lì, ad un passo da me ed il mio cuore,
come un tamburo perpetuo, cominciava a contare i secondi che ancora
mi dividevano da lui.
Il telefono iniziò a squillare...era
lui!
Gli risposi con un filo di voce: “
Pronto...”
“We amò, il treno è arrivato, ma
come sei vestita?”
Guardai velocemente gli abiti che
indossavo, un jeans stretto, una magliettina attillata che lasciava
fuoriuscire un piccolo lembo di pelle, i capelli raccolti in una coda
di cavallo e...le scarpette da ginnastica.
“Amò, ho una camicetta bianca, una
gonna a tubino grigia, dei decooltèè ed i capelli sciolti; e tu
come sei vestito?”risposi mentendo...
“Uhmmm, non vedo l'ora di saltarti
addosso” mi disse in tono malizioso “io ho una camicia nera, amò
quella che hai visto dalla cam e dei jeans scuri” continuò in tono
normale...
“Ok, dai” gli dissi per staccare la
chiamata “ci riconosceremo subito, allora...stacco tesò, prendo la
valigia!”
Chiuse la conversazione con un bacio,
la mia bocca si stirò in un sorriso, dopodiché presa la pesante
valigia mi diressi verso l'uscita.
Fortunatamente il valigione portava le
rotelle, in questo modo avrei dato meno nell'occhio; indossai il mio
paio di occhiali da sole ed, uscita dal treno, iniziai a percorrere
il corridoio del binario numero 4.
Vidi in lontananza una sagoma nera che
si sporgeva ai lati attraverso la gente, ero sicura che non mi
avrebbe riconosciuta, infatti così fu.
Gli passai accanto mentre lui ancora si
sporgeva a cercarmi e notai il suo viso così perfettamente suo,
scurito da un accenno di barba che lo rendeva semplicemente sexy; mi
sedetti sulla panchina di pietra dietro di lui, presi il cellulare e
lo spensi, tra un' po , non vedendomi, sicuramente avrebbe chiamato,
infatti quando vide che il serpentone di persone si diradava, prese
il cellulare per chiamarmi. Dopo che la “signorina vodafone” mi
aveva data irraggiungibile guardò il cellulare, poi disse in tono
nervoso “Che stronza!!! Fino all'ultimo mi ha preso per culo!!”
Quella sua affermazione “fino
all'ultimo” mi ferì, ma alla fin fine non potevo dargli torto, in
fondo, per lui, ero una sconosciuta!!
Con la testa bassa prese per andarsene
ed io, quando vidi data la distanza non mi avrebbe notata, cominciai
a seguirlo;
Guardavo le sue spalle, da dietro, così
definite dentro quella camicia aderente che mi prese voglia di
saltargli addosso ed aggrapparmi a lui come un Koala, ma tenni a
bada l'istinto, volevo che lo scherzo funzionasse!
Lo vidi uscire dalla stazione e
dirigersi verso un'auto grigia mentre io cercavo di tenere il suo
passo, ma la valigia mi impediva di compiere movimenti rapidi.
Entrò nell'auto ed avvicinandomi lo
vedi riprendere il cellulare dalla tasca e guardarlo, come se ancora
non credesse che io avessi potuto dargli buca, all'improvviso scese
dall'auto e poggiandosi contro di essa, accese un sigaretta col viso
deluso e malinconico.
Mi avvicinai, ed approfittando della
mia cadenza indefinita gli dissi, fingendomi straniera: “ Scusami,
potere dare passaggio a Napoli?”
Lui non capì chi fossi ma mi squadrò
da capo a piedi, soffermandosi sulla mia sporgenza pettorale e disse
di si!
Prese la mia valigia e la posizionò
nel bagagliaio, ma vidi mentre mi accomodavo in auto, al posto del
passeggero, che lui estraeva ancora il cellulare dalla tasca e
guardava, come in una speranza infranta, l'uscita della stazione,
dopodiché, rassegnato, salì in auto e mise in moto.
“Grazie tanto per accompagnare a
Napoli, come posso....uhm...uhm...cambiare te?” Gli dissi
guardandolo negli occhi con uno sguardo malizioso...
Lui mi guardò quasi con sguardo
sprezzante, poi disse “ Niente, non preoccuparti” e partì!
Tolsi gli occhiali, e gli dissi “Come
ti chiamare?” , lui si voltò verso di me ed in un istante lo
sguardo smorto e malinconico fece spazio ad occhi brillanti e
felici...
“Adrià...ma si tutt scem!!!” mi
disse a metà tra il felice ed il sorpreso, mi guardò come fossi la
cosa più preziosa al mondo ed accostando la macchina mi strinse in
un abbraccio protettivo, forte, possente, lo stesso che avevo sognato
per tutti quei giorni.
Mi voltai a guardarlo e vidi una
piccola perla bianca inumidirgli la guancia, poi tirandosi su il naso
mi disse “deficieeeente!!”
Scoppiamo entrambi a ridere, a
differenza da ciò che immaginavo, tra noi non ci fu imbarazzo,
sembrava ci conoscessimo da sempre, da tutta la vita, ed in quel
momento ci eravamo semplicemente...ritrovati!
Avvicinai le mie labbra alle sue e lui,
tenendomi la testa con entrambe le mani mi violentò la bocca con un
bacio prepotente e selvaggio ma allo stesso tempo dolce e tenero.
Attraverso la mia lingua sentivo il
sapore del suo palato e la mia bocca si nutriva della sua saliva dal
sapore così semplicemente suo.
Quel bacio durò pochi secondi ma
sembrava passata un'eternità, ci componemmo e, guardandomi negli
occhi, disse due parole che desideravo tanto sentirgli dire : “Ti
amo”...
“Senza il quasi??” gli dissi io
ironicamente..
Lui, senza rispondermi nulla, riprese
il mio viso tra le mani e con un altro bacio dei “suoi” mi diede
il suo responso!
Questa volta il bacio durò più a
lungo, e fu più caldo, più passionale... le sue mani presero a
toccarmi il seno, in modo dolce, non violento, un piccolo tocco
magico delle sue dita che provocò subito in me un impeto di
eccitazione;cominciai anche io a toccargli il petto mentre la sua
mano scendeva sulla mia pancia...non riuscivo a sentire nulla attorno
a me, né le macchine che sfrecciavano lungo la strada né lo stereo
che con la sua musica inondava l'abitacolo...eravamo soli, io e lui,
col nostro desiderio di possederci, di darci, di averci...di essere
una cosa sola!
Staccammo per breve tempo le nostre
labbra, giusto il tempo per sussurrargli : “ Ma ti rendi conto che
ci conosciamo da soli 10 minuti?”
Lui mi bacio nuovamente, poi
staccandosi nuovamente da me disse “Sei sempre stata mia, dovevo
solo rendermene conto” e mi fece nuovamente perdere tra le sue
labbra morbide e succose.
Tra un bacio e l'altro arrivammo a casa
sua, quando la porta d'ingresso si aprì, i miei occhi notarono un
piccolo luogo, accogliente ed invaso da un dolce profumo di mirra,
sicuramente le sue care candele profumate...un solo ambiente
profumoso che mi avrebbe accolta per troppo poco tempo, un divano
nero sul lato destro, posto sotto un lettone dalle lenzuola blu,
sembrava un trono posto lì come dolce luogo di ristoro per il mio
re; un tavolo dal rivestimento nero era posto al centro della stanza
mentre, attorno alle pareti, erano posti i vari elettrodomestici ed
una piccola cucina che sarebbe stato il mio regno per quel week-end.
Lui mi guardò posando la mia valigia a
terra mentre io scrutavo ancora l'ambiente poi mi disse: “Vuoi
fare una doccia? Sarai stanca a causa del viaggio!”
Io lo guardai e con un gesto della mano
lo feci avvicinare a me, avvolsi la sua testa tra le mie braccia e
cominciai ardentemente a baciarlo, il mio invito fu subito accolto
dalle sue labbra mentre le sue mani scrutavano il mio corpo sotto la
maglietta...staccai per un attimo le mie labbra dalle sue ed un senso
di sofferenza mi invase, ormai ero dipendente...tolsi la maglietta
offrendomi ai suoi occhi , lui mi guardò e toccandomi il seno dal
reggiseno riprese a baciarmi, la sua bocca umida scese lungo la
guancia arrivando al mio collo mentre io tentavo di sbottonargli la
camicia; Il suo petto mi invitava ad abbandonarmi a lui, la voglia di
concedermi cresceva e le sue mani divennero per me un ardente
passpartout per il paradiso.
Mi sedetti sul tavolo che era dietro la
mia schiena, mentre lui mi sbottonava i jeans, ormai ero nuda,
coperta solo da un reggiseno lilla ed un misero perizoma coordinato
mentre troppa stoffa copriva ancora il suo corpo perfetto.
Mi distesi sul tavolo e lui iniziando a
baciarmi la pancia mi sbottonava il reggiseno, arrivò tra le
gambe...annusò e disse : “ Proprio come immaginavo!” dopodiché
in un impeto di eccitazione mi tolse lo slip velocemente.
Prese il mio seno tra le mani
ricominciando a baciarmi la bocca poi prese a scendere lungo il mio
corpo, alzai il busto dal tavolo e velocemente gli sbottonai il
jeans, lui li fece cadere a terra togliendosi anche i tanto odiati
boxer, poi mi sussurrò all'orecchio : “ Voglio stare dentro di
te!”
Io mi stesi nuovamente sul tavolo e gli
dissi in tono inequivocabilmente malizioso guardandolo negli occhi:
“Prego!”
Lui mi bacio il seno, leccandomi i
capezzoli mentre sentivo il suo membro duro strusciare tra le mie
cosce...la voglia mi invadeva, la sua mano scese, arrivando al punto
dove il mio segreto voleva rivelarsi a lui, poggiò un dito tra le
labbra e notò in forma liquida la mia voglia; Mi guardò sorridendo,
con gli occhi caldi e colmi di passione, poi prese il suo membro tra
le mani e poggiandolo tra le labbra del mio boschetto rasato, entrò
dentro di me piano piano, lentamente in modo dolce, tenero...dal
piacere inarcai la schiena avvicinando il mio bacino al suo e mentre
una lacrima sgorgava dai miei occhi, finalmente felice di aver
trovato la metà della mela platonica, gli sussurrai un caldo TI
AMO...
Sin dal primo rigo mi hai trascinata all'interno della storia grazie alla tua ottima capacità descrittiva. Con gli occhi incollati al pc, ho letto tutto di un fiato. Il racconto è molto fluido e scorrevole. Ho notato solo minuscole imperfezioni come qualche variazione regionale e qualche d eufonica. Nel complesso tecnica e stile sono ammirevoli. Brava! Complimenti davvero. :)
RispondiEliminaMi sciolgo...
EliminaNon so come fai ma sei talmente brava a farmi accanire alle tue storie, c'e' attesa e curiosià nel leggere, descrivi tutto nei minimi dettagli, complimenti e meno male questa volta è andata a lieto fine, però una cosa non mi è piaciuta, la parola "violentare" quando parli del primo bacio. Per il resto sono soddisfatta mi è piaciuto tantissimo!!!
RispondiEliminaMi rendo conto che scrivo meglio di come mi trucco ihihihih
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